giovedì 30 agosto 2012

Manhunter - Frammenti di un omicidio (1986)


Manhunter - Frammenti di un omicidio
Manhunter, USA, 1986, colore, 119' (1h 59')
Regia di Michael Mann

Visto ieri sera su Rai Movie.

L'agente dell'FBI Will Graham (William Petersen) viene richiamato in servizio dal congedo anticipato per indagare su un serial killer, detto "Dente di fata", che ha già massacrato due intere famiglie durante le precedenti notti di Luna piena. Seppur riluttante, Will accetta il caso e, per prima cosa, si reca al manicomio criminale per parlare col dottor Hannibal Lecktor (Brian Cox), il pericoloso criminale che qualche tempo prima lo aveva aggredito lasciandogli ferite fisiche e psicologiche che lo hanno portato, appunto, alla pensione. Grazie ad alcune fortunate intuizioni, Will riesce a trovare un'impronta parziale del killer, ma è ancora troppo poco per un'identificazione. Will allora decide di stringere un accordo con Freddie Lounds (Stephen Lang), un giornalista più interessato agli scoop che alle persone, per tendere una trappola al killer. Il piano non va come sperato e, anziché assalire Will, l'assassino rapisce e uccide Freddie dandogli fuoco nel parcheggio del suo giornale. Nel frattempo il killer riesce a comunicare con Lecktor e a farsi dare da quest'ultimo l'indirizzo di casa di Will. Per fortuna all'arrivo della Polizia non c'è traccia dell'assassino ma la moglie di Will, Molly (Kim Greist), e il loro figlio Kevin sono particolarmente spaventati e non vorrebbero che Will continuasse nelle indagini.
Intanto "Dente di fata", ovvero Francis Dolarhyde (Tom Noonan), uno psicopatico che lavora in un laboratorio di sviluppo pellicole fotografiche, inizia una storia d'amore con Reba (Joan Allen), una ragazza cieca che lavora nel suo stesso laboratorio. Quando però la sorprende in compagnia di un altro loro collega, Francis decide di eliminare il presunto rivale e di rapire la donna per ucciderla. Will, cerca di immedesimarsi sempre di più nel killer, fino a immaginare di dialogare con lui e, guardando dei filmati che ritraggono le due famiglie fatte a pezzi dall'assassino, capisce che quest'ultimo va cercato tra gli sviluppatori di pellicole di St. Louis. In breve tempo Will riesce ad identificare Francis e a scoprirne l'indirizzo di casa. Will e il suo capo, Jack Crawford (Dennis Farina), riescono ad arrivare appena in tempo per salvare Reba e uccidere Francis. Alla fine del film Will torna a casa con la sua famiglia e decide di ritirarsi definitivamente dalle indagini.

Onestamente trovo che Manhunter sia un film privo di mordente. Dovrebbe essere un raffinato thriller psicologico che però non coinvolge. La figura del dottor Lecktor è praticamente inutile ai fini della vicenda: non dà indizi o consigli utili al caso, non è chiaro perché Will si rivolga a lui (i motivi del loro incontro/scontro precedente sono così fumosi che risultano poco convincenti. O, meglio, non giustificano la fiducia incondizionata di Will nei confronti dell'uomo che ha cercato di ucciderlo e gli ha fatto passare mesi in un ospedale psichiatrico) né perché lo stesso Will continui a rivolgersi a lui anche dopo che questo rivela l'indirizzo di casa dell'agente all'assassino. È un film di occasioni perdute, di spunti accennati ma non portati fino in fondo: lo scambio di lettere tra Francis e Lecktor, la cassetta che Francis fa registrare al giornalista, le minacce alla famiglia di Will. Tutte buone idee che però non vengono sviluppate. Inoltre i soliloqui di Will con l'assassino sono, alla lunga, fastidiosi e danno l'idea (probabilmente errata) di servire all'unico scopo di far capire in modo facile allo spettatore i pensieri di Will. Infine la scelta di mostrare Francis appena a tre quarti dall'inizio, oltretutto con una storia d'amore che esula dalla sua "routine" di serial killer, appare incomprensibile. Anche qui, sembra un modo facile per concludere in modo buonista la storia (se Francis fosse andato a uccidere la famiglia "prescelta" ce l'avrebbe fatta e l'FBI non l'avrebbe fermato, se non a cose avvenute. Francis invece tenta di uccidere Reba a casa sua così Will può piombare provvidenzialmente lì e ucciderlo). In definitiva è un film fatto di tanti piccoli cliché del genere appena accennati che, presi singolarmente, quasi non si notano ma che messi assieme diventano fastidiosi.
La regia di Mann è, tutto sommato, buona benché si perda in particolari sequenze di difficile comprensione. Peccato solo per il finale inutilmente fracassone che stona con il resto e che tenta di creare suspense con metodi poco originali e non giustificati nell'economia del film.