venerdì 5 novembre 2010

Il padrino (1972)


Il padrino
The Godfather, USA, 1972, colore, 175' (2h 55')
Regia di Francis Ford Coppola

Visto ieri sera al CineCity di Trieste con Dok, Jacopo e Veru.

I Corleone, famiglia mafiosa italo-americana, svolgono le loro attività (lecite o meno) nella New York degli anni '40. Quando i sicari di Virgil Sollozzo (Al Lettieri) sparano al Padrino Don Vito Corleone (Marlon Brando) perché quest'ultimo ha rifiutato la proposta di finanziare un'attività basata sulla droga, la famiglia si rende conto che bisogna scegliere un successore. Santino (James Caan), inesperto e irascibile, Tom (Robert Duvall) il fido consigliere della famiglia, benché non sia formalmente un Corleone perché adottato da bambino o Michael (Al Pacino), decorato di guerra e che ha sempre dichiarato di non volersi immischiare negli affari di famiglia? La scelta cadrà su quest'ultimo dopo che, eliminato Sollozzo, sarà costretto a nascondersi per diversi anni a Corleone, in Sicilia. Al suo ritorno in America Michael sposerà Kay Adams (Diane Keaton) e rileverà l'eredità di Don Vito, diventando così il nuovo Padrino.

Coppola racconta uno scorcio della famiglia Corleone, iniziando dal matrimonio della figlia di don Vito, Connie (ma poteva iniziare in qualunque altro momento anteriore), e terminando con la "proclamazione" di Michael a nuovo Padrino, ma lo fa in modo distaccato, senza dare giudizi di merito. Non c'è esaltazione della violenza (don Vito è veramente dispiaciuto quando scopre che è stato Michael ad aver ucciso Sollozzo, nonostante quest'ultimo fosse il mandante del suo attentato) e non c'è demolizione di essa. Coppola si limita a raccontare gli eventi in successione, come fosse un semplice cronista. A tal proposito è interessante notare che, quando vediamo Michael in Sicilia non seguiamo parallelamente le vicende americane. Le uniche scene che spezzano la parentesi siciliana sono Sonny che vendica il pestaggio della sorella e la morte di Sonny, entrambe nodali per quello che avverrà dopo, ma altro delle vicende newyorkesi non sappiamo. Così come quando Michael torna e va da Kay: lei gli chiede da quanto tempo sia tornato e lui risponde «da un anno». Un anno di cui non sappiamo niente perché, in fin dei conti, non è così importante.
È un film lungo (2 ore e 55 minuti) ma non è mai banale e riesce a mantenere sempre desta l'attenzione del pubblico nonostante non ci sia una vera e propria trama incalzante. Il percorso che si snoda lungo le tre ore di pellicola è scritto perfettamente ed ogni scena, ogni inquadratura, è studiata, ponderata ed è presente per un motivo ben preciso. Assieme alla straordinaria bravura di tutti gli attori, il film è senza dubbio uno dei capolavori del cinema americano di ogni tempo.

giovedì 4 novembre 2010

Suburban Girl (2007)


Suburban girl - Talvolta la fine è solo un nuovo inizio
Suburban girl, USA, 2007, colore, 97' (1h 37')
Regia di Marc Klein

Visto ieri sera su Rai Movie.

La giovane Brett Eisenberg (Sarah Michelle Gellar) è una brava ma inesperta editor (il curioso nome deriva dalla Brett Ashley di Fiesta (Il sole sorgerà ancora) di Hemingway). Reduce da un'inutile relazione con un suo coetaneo, Brett si innamora di Archie Knox (Alec Baldwin), una vecchia volpe dell'editoria, alcolista e donnaiolo, di parecchi anni più vecchio di lei. E mentre porta avanti questa difficile relazione, Brett deve fronteggiare diversi altri piccoli/grandi problemi, quali il licenziamento del suo adorato capo o la malattia incurabile che colpisce suo padre.

Il film, distribuito in Italia solo in DVD, racconta, più che una "classica" storia d'amore, uno scorcio della vita di Brett. Le vicende sono presentate con estrema linearità e con uno stile molto pulito (per fare un esempio, la scena in cui Brett lascia il fidanzato è estremamente semplice, senza i cliché a cui molti film del genere ci hanno abituato).
La storia di Brett non ha un lieto fine; ha solo una fine, e questo è un altro punto di forza della pellicola, per due motivi. Innanzitutto perché si stacca dalle solite commedie sentimentali che esigono l'«...e vissero felici e contenti» ad ogni costo, e in questo caso un lieto fine sarebbe stato un grave errore, visto l'andamento della storia durante l'intero film. Poi perché in questo modo il film dà davvero l'idea di presentare uno spezzone di vita, con i suoi alti e bassi, assomigliando così più alla vita reale che ad una storia da favola, risultando alla fine forse meno cinematografico ma decisamente più vicino alla quotidianità.

martedì 2 novembre 2010

Ritratto di mio padre (2010)


Ritratto di mio padre
Italia, 2010, colore, 87' (1h 27')
Regia di Maria Sole Tognazzi

Visto ieri su La7.

Maria Sole Tognazzi, figlia di Ugo, confeziona un delizioso ricordo di suo padre costruito montando immagini da film, apparizioni televisive, articoli di giornale, foto di famiglia e soprattutto da vecchi Super8 girati in modo amatoriale durante gli incontri in casa Tognazzi, il tutto intervallato con interviste alle persone che sono state più vicine a Ugo (a partire dai figli ma anche a Pupi Avati, Mario Monicelli, Ettore Scola, Paolo Villaggio e molti alti).

La pellicola, presentata al Festival Internazionale del Film di Roma in occasione dei vent'anni dalla morte di Tognazzi, non è e non vuole essere una biografia del grande attore ma, come dice il titolo, un ritratto di Ugo uomo e padre. Un affettuoso ricordo che non cerca di esaltare l'uomo ma che ne presenza luci ed ombre, vizi e virtù, cercando di farci entrare nell'atmosfera che si poteva respirare a casa Tognazzi. Un bellissimo spaccato di vita su uno dei più importanti interpreti del cinema italiano, e non solo.

lunedì 1 novembre 2010

L'acchiappasogni (2003)


L'acchiappasogni
Dreamcatcher, Australia/USA, 2003, colore, 136' (2h 16')
Regia di Lawrence Kasdan

Visto in DivX in occasione di Halloween.

Henry (Thomas Jane), Beaver (Jason Lee), Jonesy (Damian Lewis) e Pete (Timothy Olyphant), quattro amici con strani poteri psichici, si ritrovano come ogni anno in una baita di montagna. Questa volta però dovranno fronteggiare un morbo alieno chiamato Ripley (dal personaggio di Alien) e lo strano colonnello Curtis (Morgan Freeman) che da anni lo sta combattendo. Alla fine sarà grazie all'aiuto di Duddits (Donnie Wahlberg), l'amico che ha donato ai quattro i loro poteri, che la minaccia aliena sarà sconfitta.

Tratto dall'omonimo romanzo di Stephen King, il film risulta alquanto discontinuo. La trama, di per sé interessante, appare farraginosa. I poteri dei quattro amici (a parte quello di Jonesy) appaiono decisamente poco chiari e il personaggio del colonnello Curtis è nebuloso e mal caratterizzato. La colpa non è degli interpreti che invece sono tutti bravi nella loro parte - anche Freeman nei panni del militare cattivo - ma probabilmente della scrittura del copione. Il film sembra un po' troppo lungo e se nella prima parte regge abbastanza bene, nella seconda dà segni di cedimento da tutte le parti. L'unica parte davvero geniale è il potere di Jonesy, cioè quello di poter stivare i ricordi in un grande archivio e richiamarli alla mente... visitando fisicamente l'archivio e scartabellando tra faldoni e cassetti. Per il resto il film è, come dire... tranquillamente dimenticabile.

L'ombra del vampiro (2000)


L'ombra del vampiro
Shadow of the Vampire, GB/Lussemburgo/USA, 2000, colore, 92' (1h 32')
Regia di E. Elias Merhige

Visto in DiVX in occasione di Halloween.

Il film racconta la realizzazione del classico dell'orrore Nosferatu il vampiro diretto da Friedrich Wilhelm Murnau nel 1922.
Murnau (John Malkovich), celebre regista tedesco, decide di girare una versione cinematografica del Dracula di Bram Stoker che, per motivi di diritti ribattezzerà Nosferatu. Murnau decide di affidare la parte del protagonista al misterioso Max Schreck (Willem Dafoe) che si rivelerà essere un vero vampiro. Per convincerlo a recitare, Murnau ha promesso a Schreck come "compenso" Greta Schröder (Catherine McCormack), l'attrice protagonista del film. Ben presto però Schreck comincia a banchettare con la troupe e a ricattare Murnau con pretese sempre maggiori. In preda al rimorso, Murnau confessa a Albin Grau (Udo Kier), il produttore, e Gustav von Wangenhein (Eddie Izzard), il primo attore, la verità. A tal punto resta una sola cosa da fare: uccidere Schreck esponendolo alla luce del sole e, contemporaneamente, filmare la morte del vampiro per l'ultima tragica scena del film.

«Come non diffidare di chi fa citare a un personaggio del 1921, come un grande del cinema insieme a Griffith, Eisenstein che esordì nella regia nel 1924?» chiede Morandini nel suo Dizionario dei film ed è difficile dargli torto. Comunque se escludiamo questa e qualche altra piccola pecca*, c'è da dire che il film ricrea decisamente bene l'epoca che vuole raccontare. I costumi, le scenografie e il materiale tecnico di scena sono particolarmente studiati per far rivivere l'ambiente in cui il vero Murnau ha girato il suo Nosferatu. E c'è da dire che gli attori sono perfetti nelle loro parti (Eddie Izzard nel ruolo dell'attore è straordinario). Se però le ricostruzioni sono buone, la sceneggiatura fa acqua da tutte le parti: ad esempio il dialogo in cui Murnau rivela ai suoi collaboratori che Schreck è un vampiro è scandalosamente mal scritto.
Diciamo che le premesse per un buon film ci sono, ma probabilmente per colpa della pessima sceneggiatura, la pellicola risulta abbastanza deludente. Probabilmente un po' più di cura nella fase di scrittura avrebbe giovato.


* Per citarne alcune: l'evidentissimo errore di montaggio quando l'operatore Fritz Arno Wagner atterra con l'aereo; il nome Orlok che in una didascalia si trasforma in OrloCk; il fatto che vengano citate scuole di recitazione che all'epoca non esistevano ancora.

Intervista col vampiro (1994)


Intervista col vampiro - Cronache di vampiri
Interview with the Vampire: The Vampire Chronicles, USA, 1994, colore, 123' (2h 3')
Regia di Neil Jordan

Visto in DiVX in occasione di Halloween.

Louis de Pointe du Lac (Brad Pitt) è un vampiro che decide di raccontare a Daniel Malloy (Christian Slater), giovane giornalista in cerca di uno scoop, la sua storia di "non-morto". Le vicende narrate da Louis prendono il via nel 1791 quando incontra il vampiro Lestat de Lioncourt (Tom Cruise) che lo trasforma in un suo simile. Benché sia stato lo stesso Louis a chiedere a Lestat di essere trasformato, egli fatica ad accettare la sua nuova condizione di vampiro, almeno fino a quando non incontra la piccola Claudia (Kirsten Dunst). Figlia di una donna morta per la peste, Claudia viene trasformata in vampiro da Louis e Lestat i quali la adottano e le fanno da padre. Il "ménage familiare" tra i tre vampiri sembra filare perfettamente però man mano che Claudia cresce (mentalmente ma non fisicamente, essendo i vampiri costretti a mantenere lo stesso aspetto esteriore di quando sono stati vampirizzati) la tensione e gli screzi aumentano. La situazione precipita quando Claudia tenta di uccidere Lestat facendogli bere sangue di un morto. Lestat riesce a sopravvivere e, per sfuggire alle sue ire, Louis e Claudia sono costretti a fuggire in Europa. I due girano per anni tutti i Paesi europei in cerca di loro simili ma è solo a Parigi che Louis incontra Armand (Antonio Banderas), vampiro decano a capo di una sorta di Corte di attori non-morti. Louis rimane subito affascinato da Armand perché vede in lui il maestro saggio che Lestat non è mai stato. Claudia, che teme di perdere Louis, gli chiede di vampirizzare Madeleine (Domiziana Giordano), una donna che ha da poco perso una figlia e che sarebbe una perfetta madre per la piccola vampira. Louis accetta ma interviene la Corte di Armand che uccide le due donne esponendole alla luce solare. Per vendicarsi Louis dà fuoco al covo di Armand, sterminando di fatto l'intera Corte.
Distrutto e sempre più perplesso sulla sua condizione di vampiro, Louis torna negli Stati Uniti dove passa gli ultimi anni in uno stato di apatia perenne. Nel frattempo Louis ha modo di rincontrare Lestat, ridotto ormai all'ombra di sé stesso.
Alla fine Daniel, il giornalista, si mostra molto deluso di come si sia conclusa l'intervista e manifesta il desiderio di essere trasformato in vampiro. Louis non l'accontenta e Daniel se ne va. Tornando a casa il giornalista incontra Lestat, risorto ai fasti di un tempo, che gli propone la scelta se morire o diventare un vampiro.

La storia, tratta dall'omonimo romanzo di Anne Rice, è molto interessante perché presenta la figura del vampiro in maniera diversa rispetto all'iconografia classica. Il vampiro non è (solo) lo spietato mostro assetato di sangue che insedia giovinette nei vicoli bui con l'unico scopo di addentarle sul collo, ma è anche una figura tormentata che può avere rimorsi di coscienza, che può sentirsi inadeguato nella società o nel rapportarsi con gli altri, siano essi umani o vampiri. Il film però risulta terribilmente lento e a tratti di difficile comprensione. Tutta la vicenda francese, ad esempio, appare nebulosa ed è davvero arduo comprendere il senso di quella parte di film.
Il film può contare su nomi di un certo calibro, ma quasi tutti sembrano fuori ruolo, a parte la giovane Kirsten Dunst. Nonostante il cast stellare davvero si fatica ad affezionarsi a uno qualunque dei protagonisti o ad appassionarsi alle loro storie. Inoltre, benché i personaggi siano ben tratteggiati, spesso risulta complicato comprendere le motivazioni che li spingono ad agire in una determinata maniera.
Pur non essendo un horror nel senso classico del termine, le atmosfere del film sono comunque molto cupe. C'è un'aria di decadenza che pervade tutte le scene ed è molto ben resa; il problema è che quest'aria non cambia minimamente né col passare del tempo (tra l'800 e la fine del '900) né con gli spostamenti geografici (tra gli Stati Uniti e l'Europa). Probabilmente il regista voleva dare un senso di immutabilità al film, però l'unico effetto è quello di rendere lo eccessivamente statico.

La fattoria maledetta (1987)


La fattoria maledetta
The Curse, USA, 1987, colore, 92' (1h 32')
Regia di David Keith

Visto in DivX in occasione di Halloween.

Nathan Hayes (Claude Akins), bigotto capofamiglia di mentalità molto chiusa, vive in una fattoria con la moglie Frances (Kathleen Jordon Gregory) e i figli Cyrus (Malcolm Danare), Zack (Wil Wheaton) e Alice (Amy Wheaton), questi ultimi due figli della sola Frances, avuti da un precedente matrimonio e quindi mal visti da Nathan. Una notte un meteorite cade nella fattoria degli Hayes e contamina la falda acquifera. In breve tempo piante, animali ed esseri umani iniziano a decomporsi trasformandosi in una specie di zombi. Sarà Zach l'unico a rendersi conto di cosa sta succedendo e a salvarsi assieme alla sorella mentre l'intera fattoria cadrà a pezzi.

Tratto da un racconto di H. P. Lovecraft (Il colore venuto dallo spazio), il film è a tutti gli effetti un pessimo B-movie anni '80. Diverse le scene splatter (come la mela piena di vermi o la mamma che si decompone sciogliendosi in cantina), mediocre la recitazione e la caratterizzazione dei personaggi e in alcuni momenti si sfiora involontariamente il comico. Esempio classico di film che solitamente viene segnalato come «solo per appassionati».

venerdì 29 ottobre 2010

Ritorno al futuro (1985)


Ritorno al futuro
Back to the Future, USA, 1985, colore, 116' (1h 56')
Regia di Robert Zemeckis

Visto ieri sera al CineCity di Trieste con Jacopo e Veru.

Marty McFly (Michael J. Fox) è un mediocre teenager americano con due inetti genitori - il padre George (Crispin Glover) è vessato da Biff (Thomas F. Wilson), collega ed ex-compagno di scuola che lo tormenta, mentre la madre Lorraine (Lea Thompson) è una semi-alcolizzata disillusa dalla vita - e due fratelli pelandroni. Una sera il professor 'Doc' Brown (Christopher Lloyd), eccentrico scienziato amico di Marty, informa il ragazzo di aver inventato una macchina del tempo (montata per motivi estetici su una DeLorean). Per scappare da un gruppo di terroristi libici a cui Doc ha sottratto del plutonio (indispensabile per produrre l'energia necessaria per poter viaggiare nel tempo), Marty finisce nel 1955 dove incontra i suoi genitori prima che questi si mettano assieme. Marty ha così due compiti: cercare di far innamorare i suoi genitori per evitare di scomparire dall'esistenza e cercare di tornare indietro al 1985 grazie all'aiuto del Doc del passato. Ovviamente ci riuscirà e, anzi, scoprirà che la sua vita e quella dei suoi genitori sono cambiate in meglio.

Ritorno al futuro è un culto per più di una generazione ed è stato riproiettato su grande schermo e in qualità digitale in occasione del 25° anniversario dell'uscita nelle sale. Difficile dire perché questo film sia diventato così importante in questi anni. Probabilmente per l'abilità degli attori, per la regia pulita e per la sceneggiatura lineare e senza forzature (in realtà ce n'è almeno una, ma è praticamente trascurabile nel complesso del film).
Quello che in realtà mi piace far notare è come cambia il modo di vedere il film col cambiare dell'età. Quando lo vidi per la prima volta, una ventina d'anni fa, ricordo di essere rimasto molto più colpito dalla scena del fulmine alla torre dell'orologio che da tutto il resto. Questa volta, invece, ho trovato quella scena un po' troppo artificiosa (Doc che scivola, il cavo che s'incastra, la DeLorean che non parte, ...) mentre era molto più interessante la ricostruzione storica degli anni '50 e la storia d'amore decisamente non comune (a memoria non ricordo un'altra occasione in cui il protagonista non cerca di conquistare la protagonista femminile ma, viceversa, cerchi di farla innamorare di un altro. Forse solo il Cyrano, ma in quel caso il fine di Cyrano è diverso). Inoltre il rivederlo al cinema (e non magari distrattamente in televisione) mi ha fatto apprezzare piccole cose che prima mi erano sfuggite, come il barbone sulla panchina che ha lo stesso nome del sindaco che nel 1955 cerca di farsi rieleggere o il fatto che nella banda di Biff ci fosse un giovanissimo Billy Zane, probabilmente al suo esordio cinematografico.

giovedì 21 ottobre 2010

Inception (2010)


Inception
Usa, 2010, colore, 148' (2h 28')
Regia di Christopher Nolan

Visto ieri sera al CineCity di Trieste con Veru.

Dom Cobb (Leonardo DiCaprio) è un ladro che si infiltra nei sogni della gente per rubare informazioni segrete. Quando Mal (Marion Cotillard), la moglie di Cobb, appare come proiezione in uno di tali sogni e fa fallire un importantissimo colpo ai danni del ricco uomo d'affari Saito (Ken Watanabe), Cobb, per salvare la pelle, decide di lavorare per lo stesso Saito. Il patto è il seguente: Cobb avrà salva la vita e potrà tornare in America dai suoi figli, da cui ha dovuto scappare alcuni anni prima accusato dell'omicidio della moglie, se riuscirà ad innestare un'idea nella mente di Robert Fisher, il figlio del rivale in affari di Saito. Cobb accetta e riunisce una squadra: Arthur (Joseph Gordon-Levitt), il suo storico socio; Eames (Tom Hardy), un falsario capace di assumere identità diverse nei sogni della "vittima"; Yusuf (Dileep Rao), un chimico capace di creare potenti anestetici e Arianna (Ellen Page) una studentessa d'architettura assoldata per creare il mondo in cui i sogni si svolgeranno. Alla squadra si aggiungerà anche Saito per controllare che il lavoro venga portato a termine. Il piano è di creare tre diversi livelli di sogno ma qualcosa va storto: nel terzo livello Saito muore, così Cobb e Arianna sono costretti ad entrare in un quarto livello per salvare il giapponese. In questo "livello aggiuntivo" Cobb troverà Mal, la moglie (o, meglio, una sua proiezione creata da Cobb) e si scoprirà che il processo di inserire un'idea nella mente di qualcuno era già stato fatto prima di allora. Diversi anni prima, infatti, Cobb e Mal vivevano in un sogno dove si erano costruiti un mondo perfetto; Cobb però voleva tornare alla realtà e quindi aveva inserito nella mente della moglie l'idea che quello non fosse il mondo reale e l'unica cosa che restava da fare ai due amanti era suicidarsi nel sogno per potersi svegliare. Una volta ridestatisi, l'idea continuò a ronzare nella testa di Mal finché non questa decise di suicidarsi di nuovo nel tentativo di svegliarsi da quello che lei credeva essere un ulteriore sogno. Cobb riesce ad eliminare (l'idea di) Mal, recupera Saito e si risveglia. Il piano ha avuto successo e Cobb può riabbracciare i figli, ma resta aperta la possibilità che quello sia un ulteriore livello di sogno.

Caldamente consigliato da diversi amici, il film risulta in realtà abbastanza deludente, sotto molti punti di vista. Quasi tutto si riconduce, in realtà, al fatto che l'intera sceneggiatura andava rivista e limata (tra le altre cose: Cobb braccato aspetta 2 ore in una stanza d'albergo di cui i figli hanno il numero di telefono? Se per svegliarsi basta cadere, com'è che nei sogni a turno ognuno cade ma nessuno si sveglia? Da quando in qua in un labirinto «deve esistere una scorciatoia»?). La regia dei combattimenti è particolarmente brutta: è spesso difficile capire chi si sta affrontando e chi sta vincendo (mi dicono che ultimamente i combattimenti a Hollywood si girano così. Sarà vero, ma ciò non toglie che siano incomprensibili). Escher è interessante, ma viene usato male (la città è veramente piegata su sé stessa ma le scale sono un'illusione ottica?). Certe scelte di regia risultano difficili da capire (Nolan ci mostra l'architetta che costruisce il suo "totem" ma non ci fa vedere quando lo usa. Ovviamente Nolan può mostrarci la donna che va a prendere il pane, se vuole, senza che questo influisca su alcuna delle altre scene. Il fatto è che in un film millimetrico come questo, una scena così futile lascia perplessi gli spettatori). Il finale appare un po' tirato via (come si sveglia Cobb? Ovvero, dopo che metà film è incentrato sulla sincronizzazione dei "calci", vedere Cobb che si sveglia "a schiaffo" è deludente). Sembra quasi che Nolan avesse il cliffhanger dell'architetta che cade, la fine sull'aereo e li abbia attaccati nel modo più semplice: giustapponendoli.
So bene che ognuna delle cose che ho elencato è un'inezia. Ma sono inezie che si sommano. Il problema è che se l'idea di fondo fosse stata estremamente innovativa e spettacolare (stile primo Matrix, per dire) oppure se l'intera regia fosse stata perfetta oppure se l'intera sceneggiatura fosse stata perfetta, forse si poteva passar oltre tutte queste piccolezze. L'idea del sogno nel sogno è tutt'altro che originale. Lo è certamente l'idea di inserire un pensiero nella mente di un altro, ma è un po' poco per gridare al genio. Non è un film brutto, intendiamoci: i veri film brutti sono altri. Però zoppica, e anche vistosamente.

sabato 18 settembre 2010

Caos calmo (2008)


Caos calmo
Italia, 2008, colore, 105' (1h 45')
Regia di Antonello Grimaldi

Visto ieri sera su Rai 3.

Mentre Pietro (Nanni Moretti) e il fratello Carlo (Alessandro Gassman) stanno salvando la vita a due donne che stanno affogando, la moglie di Pietro viene colpita da un infarto e muore. Quando Claudia (Blu di Martino), la figlia di Pietro, è pronta per tornare a scuola, il padre decide di sedersi su una panchina nel piccolo parco che dà sulla finestra della classe di Claudia per aspettare l'uscita da scuola della bambina. Questo comportamento, che avrebbe dovuto durare un solo giorno, si perpetua invece per diverse settimane, costringendo amici e collaboratori di Pietro a recarsi al parco per parlare con lui. Il collega Samuele (Silvio Orlando), la cognata Marta (Valeria Golino), Eleonora (Isabella Ferrari), la sconosciuta che Pietro ha salvato dall'annegamento, e finanche il "grande capo" Steiner (un cammeo di Roman Polanski) raccontano a quest'ultimo le loro storie, i loro problemi, le loro angosce, mentre lo stesso Pietro cerca di risolvere i dubbi che lo tormentano. Alla fine Pietro troverà l'equilibrio che si è rotto con la morte della moglie e finalmente lascerà la panchina per tornare alla vita normale.

Il personaggio di Pietro è molto morettiano: pieno di dubbi, di insicurezze, di emozioni. Però, a differenza degli altri film di Moretti, non è lo stesso Moretti a crearsi il personaggio (la storia è tratta dall'omonimo libro di Sandro Veronesi), perciò Moretti fa Moretti ma non è Moretti, e questo penalizza la sua pur interessante interpretazione. Ad ogni modo il film è decisamente di buon livello. La sceneggiatura è curata e non scade nei soliti cliché, specialmente per quanto riguarda il rapporto di Claudia con la madre morta (il fatto che non rinfacci al padre che la mamma era più brava a fare le trecce o che, quando Pietro chiede alla figlia cosa regalarle per il compleanno, lei non risponda «Rivoglio la mamma»).
Il film, è diventato famoso per la chiacchieratissima scena di sesso tra Nanni Moretti e Isabella Ferrari. Scena che, sono sincero, ho trovato inutile e del tutto gratuita. Non aggiunge nulla alla storia e si scontra con il tono mantenuto nel resto del film. Probabilmente bastava farla durare molto meno, farla meno morbosa e non crearci su un caso mediatico.
Un buon film, forse un po' altalenante in certi punti, ma nettamente migliore di molti altri film italiani di questi ultimi anni.

mercoledì 15 settembre 2010

I registi in ordine alfabetico

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z



A
Claudio Amendola
La mossa del pinguino (2014)



B
Mario Baffico
Terra di nessuno (1939)

Enzo Battaglia
Addio, Alexandra (1969)

Malik Bendjelloul
Searching for Sugar Man (2012)

Robert Benton
La macchia umana (2003)

Alessandro Benvenuti
I miei più cari amici (1996)

Stefano Bessoni
Imago mortis (2009)



C
Gurinder Chadha
Sognando Beckham (2002)

Charles Chaplin
Luci della ribalta (1952)

Francis Ford Coppola
Il Padrino (1972)

Hedy Crissane
Aspromonte (2012)



D
Viviana Di Russo
Euclide era un bugiardo (2009)



E
Clint Eastwood
Hereafter (2010)



G
Lorenzo Garzella
Il Mundial dimenticato (2011)

Terry Gilliam
L'esercito delle 12 scimmie (1995)

Valeria Golino
Miele (2013)

Antonello Grimaldi
Caos calmo (2008)



I
Ciccio Ingrassia
L'esorciccio (1975)



J
Neil Jordan
Intervista col vampiro (1994)



K
Lawrence Kasdan
L'acchiappasogni (2003)

David Keith
La fattoria maledetta (1987)

Takeshi Kitano
Outrage (2010)

Mark Klein
Suburban Girl (2007)



L
John Landis
Tutto in una notte (1985)

Richard J. Lewis
La versione di Barney (2010)

Stefano Lodovichi
Aquadro (2013)



M
Filippo Macelloni
Il Mundial dimenticato (2011)

Ruth Mader
What Is Love (2012)

Madonna
Sacro e profano (2008)

Giulio Manfredonia
È già ieri (2004)

Michael Mann
Manhunter - Frammenti di un omicidio (1986)

Alina Marazzi
Tutto parla di te (2012)

Franco Maresco
Io sono Tony Scott (2010)

Scott McGehee
Quel che sapeva Maisie (2012) [con David Siegel]

E. Elias Merhige
L'ombra del vampiro (2000)



N
Christopher Nolan
Inception (2010)

Francesco Nuti
Casablanca, Casablanca (1985)



P
Antonio Pietrangeli
Come, quando, perché (1969)



R
Gary Ross
Hunger Games (2012)



S
Henry Selick
Coraline e la porta magica (2009)

Elisabetta Sgarbi
Il viaggio della signorina Vila (2012)

Adam Shankman
Rock of Ages (2012)

David Siegel
Quel che sapeva Maisie (2012) [con Scott McGehee]



T
Maria Sole Tognazzi
Ritratto di mio padre (2010)

Giuseppe Tornatore
Nuovo Cinema Paradiso (1988)

Massimo Troisi
Pensavo fosse Amore... invece era un Calesse (1991)



W
Andy & Larry Wachowski
Speed Racer (2008)

Peter Weir
The Truman Show (1998)

John Woo
Mission: Impossible II (2000)



Z
Robert Zemeckis
Ritorno al futuro (1985)

I titoli in ordine alfabetico

A B C D E F G H I J K L M N O P Q R S T U V W X Y Z



A
Addio, Alexandra (1969)
Aquadro (2013)
Aspromonte (2012)


C
Caos calmo (2008)
Casablanca, Casablanca (1985)
Come, quando, perché (1969)
Coraline e la porta magica (2009)


E
È già ieri (2004)
Euclide era un bugiardo (2009)


H
Hereafter (2010)
Hunger Games (2012)


I
Il Mundial dimenticato (2011)
Il padrino (1972)
Il viaggio della signorina Vila (2012)
Imago mortis (2009)
I miei più cari amici (1996)
Inception (2010)
Intervista col vampiro (1994)
Io sono Tony Scott (2010)


L
L'acchiappasogni (2003)
La fattoria maledetta (1987)
La macchia umana (2003)
La mossa del pinguino (2014)
La versione di Barney (2010)
L'esercito delle 12 scimmie (1995)
L'esorciccio (1975)
L'ombra del vampiro (2000)
Luci della ribalta (1952)


M
Manhunter - Frammenti di un omicidio (1986)
Miele (2013)
Mission: Impossible II (2000)


N
Nuovo Cinema Paradiso (1988)


O
Outrage (2010)


P
Pensavo fosse Amore... invece era un Calesse (1991)


Q
Quel che sapeva Maisie (2012)


R
Ritorno al futuro (1985)
Ritratto di mio padre (2010)
Rock of Ages (2012)


S
Sacro e profano (2008)
Searching for Sugar Man (2012)
Sognando Beckham (2002)
Speed Racer (2008)
Suburban Girl (2007)


T
Terra di nessuno (1939)
The Truman Show (1998)
Tutto in una notte (1985)
Tutto parla di te (2012)


W
What Is Love (2012)

Buio in sala!

Prima di tutto rispondo subito all'ovvia domanda: «È proprio necessario un altro blog di critica cinematografica?».
La risposta che mi sento sinceramente di dare è «Probabilmente no».

E allora perché aprirne uno? Sostanzialmente per me stesso. Perché il Cinema mi piace, mi piace andarci, mi piace vedere i film, in qualunque occasione e in qualunque condizione, e mi piace parlarne con gli altri. Però dopo un po' mi sono accorto di far fatica a ricordarmi il giudizio che avevo dato ad ogni film visto. Così ho pensato di scrivere queste personalissime recensioni, e di scriverle su Internet, così da averle sempre sotto gli occhi e per poterne eventualmente discutere assieme.

Chiarisco subito: non sono un critico. Sono solo un appassionato che dice la sua sui film, senza pretendere di avere la verità assoluta, senza voler insegnare niente a nessuno e senza presunzione di far cambiare idea ad alcuno.
Se vi interessa leggere quello che ho ha dire, ed eventualmente dire civilmente la vostra, siete i benvenuti.

Una piccola avvertenza. È possibile che nei post ci siano un po' troppi spoiler. Temo sarà inevitabile: odio quelli che dicono e non dicono per paura di rivelare troppo e finiscono per fare delle recensioni a quiz. Io avverto subito del pericolo, quindi regolatevi di conseguenza!

Ancora una cosa. È possibile che qualcuno ravvisi somiglianze con altri blog del genere. Posso assicurare che non mi interessano i confronti, che non voglio "portare via il lavoro" ad altri blogger e che non ho intenzione di copiare, come sperò sarà chiaro appena posterò le recensioni dei primi film.

Ed ora, se vi va, buio in sala e si comincia...!