venerdì 5 novembre 2010

Il padrino (1972)


Il padrino
The Godfather, USA, 1972, colore, 175' (2h 55')
Regia di Francis Ford Coppola

Visto ieri sera al CineCity di Trieste con Dok, Jacopo e Veru.

I Corleone, famiglia mafiosa italo-americana, svolgono le loro attività (lecite o meno) nella New York degli anni '40. Quando i sicari di Virgil Sollozzo (Al Lettieri) sparano al Padrino Don Vito Corleone (Marlon Brando) perché quest'ultimo ha rifiutato la proposta di finanziare un'attività basata sulla droga, la famiglia si rende conto che bisogna scegliere un successore. Santino (James Caan), inesperto e irascibile, Tom (Robert Duvall) il fido consigliere della famiglia, benché non sia formalmente un Corleone perché adottato da bambino o Michael (Al Pacino), decorato di guerra e che ha sempre dichiarato di non volersi immischiare negli affari di famiglia? La scelta cadrà su quest'ultimo dopo che, eliminato Sollozzo, sarà costretto a nascondersi per diversi anni a Corleone, in Sicilia. Al suo ritorno in America Michael sposerà Kay Adams (Diane Keaton) e rileverà l'eredità di Don Vito, diventando così il nuovo Padrino.

Coppola racconta uno scorcio della famiglia Corleone, iniziando dal matrimonio della figlia di don Vito, Connie (ma poteva iniziare in qualunque altro momento anteriore), e terminando con la "proclamazione" di Michael a nuovo Padrino, ma lo fa in modo distaccato, senza dare giudizi di merito. Non c'è esaltazione della violenza (don Vito è veramente dispiaciuto quando scopre che è stato Michael ad aver ucciso Sollozzo, nonostante quest'ultimo fosse il mandante del suo attentato) e non c'è demolizione di essa. Coppola si limita a raccontare gli eventi in successione, come fosse un semplice cronista. A tal proposito è interessante notare che, quando vediamo Michael in Sicilia non seguiamo parallelamente le vicende americane. Le uniche scene che spezzano la parentesi siciliana sono Sonny che vendica il pestaggio della sorella e la morte di Sonny, entrambe nodali per quello che avverrà dopo, ma altro delle vicende newyorkesi non sappiamo. Così come quando Michael torna e va da Kay: lei gli chiede da quanto tempo sia tornato e lui risponde «da un anno». Un anno di cui non sappiamo niente perché, in fin dei conti, non è così importante.
È un film lungo (2 ore e 55 minuti) ma non è mai banale e riesce a mantenere sempre desta l'attenzione del pubblico nonostante non ci sia una vera e propria trama incalzante. Il percorso che si snoda lungo le tre ore di pellicola è scritto perfettamente ed ogni scena, ogni inquadratura, è studiata, ponderata ed è presente per un motivo ben preciso. Assieme alla straordinaria bravura di tutti gli attori, il film è senza dubbio uno dei capolavori del cinema americano di ogni tempo.