martedì 18 gennaio 2011

La versione di Barney (2010)


La versione di Barney
Barney's Version, Canada/Italia, 2010, colore, 132' (2h 12')
Regia di Richard J. Lewis

Visto ieri al Giotto di Trieste.

Barney Panofsky (Paul Giamatti) è un ricco produttore televisivo quasi settantenne, ebreo e alcolizzato che vive da solo dopo aver divorziato dalla sua terza moglie Miriam (Rosamund Pike). La pubblicazione di un libro che gli rinfaccia l'accusa di aver ucciso l'amico Boogie (Scott Speedman) è l'occasione per Barney di ripercorrere mentalmente tutta la sua lunga e intensa vita. Così Barney inizia a ricordare i momenti salienti della sua esistenza: il matrimonio a Roma con Clara (Rachelle Lefevre), pittrice esistenzialista morta suicida pochi giorni dopo le nozze; l'intenso rapporto con il padre poliziotto Izzy (Dustin Hoffman); l'indissolubile amicizia con Boogie; il matrimonio con "la seconda signora Panofsky" (Minnie Driver); l'incontro con Miriam proprio il giorno del matrimonio con la sua seconda moglie; la scoperta del tradimento della "seconda signora Panofsky" proprio con il suo migliore amico e l'incidente presso la casa al lago che porterà il detective O'Hearne (Mark Addy) a sospettare di Barney per l'omicidio di Boogie (pur mancando il cadavere); la successiva assoluzione da parte della polizia ma non di O'Hearne che continuerà a credere Barney colpevole; il matrimonio con Miriam, speaker radiofonica e unico vero amore di Barney, con cui avrà tre figli; il successivo tradimento di Barney e il conseguente divorzio, e infine il dover accettare e fronteggiare l'insorgere dell'Alzheimer. Alla fine, quando ormai Barney è vinto dalla malattia, viene ritrovato il corpo di Boogie e uno dei figli di Barney capisce finalmente la verità, scagionando così il padre da ogni responsabilità per la morte dell'uomo. Il film si chiude con Miriam che va al cimitero a rendere omaggio alla tomba di Barney, lasciando nello spettatore il dubbio se la donna accetterà il posto che l'ex marito le aveva riservato accanto a lui nel loculo.

Pur essendo stato un successo editoriale alla sua uscita, trovo il libro profondamente mal scritto. Ciò nonostante è estremamente interessante la scelta dell'autore, Mordecai Richler, di raccontare la vita di Barney non in modo cronologico e lineare ma lasciando che i ricordi fluiscano senza un particolare ordine dalla mente del protagonista per comporre il mosaico tassello dopo tassello. Nel film tutto questo scompare: le vicende sono sì raccontate tramite flashback, ma ognuno di essi rappresenta un intero momento della vita di Barney e la loro successione è strettamente cronologica. In questo modo il film non aggiunge niente di nuovo a molti altri film dello stesso genere che l'hanno preceduto e l'eponima "versione di Barney" sulla morte di Boogie ci viene svelata a metà film. Inoltre dal libro sono stati tagliati tutti i racconti di Barney grazie ai quali ci si poteva far un'idea di quali e quante avventure egli sia stato protagonista e quante importanti amicizie abbia avuto. Nel film sembra che Barney sia un simpatico vecchietto che, a parte ritrovarsi con tre matrimoni e un'accusa di omicidio sulle spalle, non ha combinato niente di veramente importante nella vita. Inoltre manca tutta la sagace ironia tipicamente ebraica di cui è pieno il libro e che caratterizza fortemente Barney. Tutte queste cose sminuiscono il personaggio in sé e di conseguenza l'intera pellicola. Forse Lewis avrebbe potuto osare un po' di più anziché realizzare un film così "comodo".
Ad ogni modo sono da segnalare le ottime interpretazioni di Paul Giamatti (che, non a caso, ha ottenuto il Golden Globe proprio per questo ruolo), di Dustin Hoffman e di Rosamund Pike, nonché l'ottimo lavoro del reparto trucco che ha saputo invecchiare i protagonisti per le scene ambientate nel presente con vera maestria.