lunedì 17 giugno 2013

Euclide era un bugiardo (2009)

Euclide era un bugiardo
Italia, 2009, colore, 93' (1h 33')
Regia di Viviana Di Russo

Visto ieri su Rai 3.

Mila (Sarah Calogero) lavora come interprete nell'agenzia gestita dalla vacua Marina (Gea Lionello) ed è una pittrice a tempo perso. Leonardo (Giorgio Lupano) è un ingegnere navale di successo. I due si conoscono per caso perché, fermi a un semaforo, si scoprono intenti a cantare la stessa canzone (Un amore da favola di Giorgia). Dà lì scatta un gioco tra i due che, dribblando numerosi problemi e incomprensioni – tra cui la paventata chiusura dell'agenzia per cui Mila lavora quando Marina scopre che il marito (Renzo Arbore) la tradisce con la segretaria di Leonardo – li porterà ad innamorarsi l'uno dell'altro fino al più classico dei lieti fini.

Il film è decisamente mediocre e difetta parecchio sia nella sceneggiatura che nella recitazione. Nella pellicola si alternano momenti tutto sommato decenti a sequenze davvero imbarazzanti, sotto tutti i punti di vista – i dialoghi sono forzati e degni di un romanzo Harmony, la recitazione poco spontanea e la regia approssimativa. In particolare, riguardo quest'ultimo punto, la prima parte del film si avvale di "mini-flashback" – in cui si torna indietro nel tempo di non più di 5 minuti – i quali non aiutano affatto la narrazione ma la confondono ancora di più.
Le situazioni proposte sono puerili e scontate – per fare qualche esempio: i due che si incontrano per caso ma che finiscono per ritrovarsi alla conferenza, l'amica che fa casino con i quadri a causa dei trasportatori "bonazzi" (casino che poi sarà inutile ai fini della trama visto che Mila, a parte un piccolo scatto d'ira iniziale, non avrà alcun problema ad allestire la visita e riuscirà a stupire ugualmente il critico d'arte. E allora a cosa serviva tutta l'imbarazzante sequenza con i trasportatori?) o Mila e Leonardo che ascoltano le cattiverie degli amici da dietro il divano. Inoltre durante tutto il film viene affastellata una quantità sorprendente di personaggi minori di dubbia utilità ai fini della trama, caratterizzati malamente e, a volte, recitati anche peggio. Una serie di macchiette inutili che, anziché dare spessore al film, lo appiattiscono in un grigiore di mediocrità.
Infine voglio dire che citare Euclide è un'enorme idiozia, per due motivi. Il primo è che dargli del bugiardo è semplicemente stupido. A parte che applicare il linguaggio matematico alle storie sentimentali è un'operazione priva di senso, è chiaro che Euclide non è un bugiardo. Tutt'al più si può dire, volendo perseguire l'idea di base del film, che Euclide si è sbagliato, ma dargli del bugiardo è una cretinata. Il secondo motivo è che non si capisce per quale motivo i due protagonisti dovrebbero essere "rette parallele". Santo cielo, non siamo in una società basata su caste come potrebbe essere quella indiana! Mila e Leonardo sono due adulti, senzienti, che abitano nella stessa città, che fanno entrambi un lavoro dignitoso (forse il ceto sociale dei due è leggermente diverso, ma siamo nel 2009, Mila non è una barbona e Leonardo non è un multimilionario, quindi anche un po' chi se ne importa), con interessi tutto sommato affini. Perché dunque i due dovrebbero essere paragonati a rette parallele? Non c'è alcun motivo logico – e il film si guarda bene dal dare spiegazioni.
In pratica Euclide era un bugiardo non è nulla di più rispetto a un Rosamunde Pilcher da pomeriggio di Canale 5 in cui i due protagonisti si prendono e si lasciano in una serie di episodi uno più assurdo e irreale dell'altro, costruiti forzosamente solo per arrivare ai 93 minuti.