lunedì 17 giugno 2013

Luci della ribalta (1952)


Luci della ribalta
Limelight, USA, 1952, b/n, 137' (2h 17')
Regia di Charles Chaplin

Visto ieri su Rai Movie.

Calvero (Charles Chaplin), ex-comico in decadenza, tornando a casa ubriaco salva la vita a Terry (Claire Bloom), una giovane ballerina che stava tentando di suicidarsi col gas, e la dà ospitalità nel suo appartamento. La ragazza si riprende dall'intossicazione ma ha un blocco psicologico che le impedisce di camminare (la sorella, unica parente in vita della ragazza, ha pagato le lezioni di danza di Terry con i soldi ottenuti facendo la prostituta e ora Terry si sente in colpa per questo fatto). Calvero la prende sotto la sua ala protettiva e cerca di farle apprezzare la vita. Quando finalmente Calvero riesce a ottenere una scrittura, lo spettacolo è un tale fiasco che gli spettatori lasciano la sala prima che il numero sia finito. Calvero rescinde il contratto e rientra a casa disperato. Ora è Terry a spronarlo ad andare avanti e la ragazza prende talmente a cuore Calvero che trova la forza di ricominciare a camminare. Terry riesce a tornare a lavorare come ballerina e fa in modo che Calvero sia assunto come clown nella compagnia. Terry diventa prima ballerina finché, una sera, dichiara a Calvero il suo amore. Lui, però, capisce di non essere la persona adatta per la ragazza, data l'elevata differenza tra le loro età, e la spinge tra le braccia di Neville (Sydney Chaplin), giovane e famoso pianista. Terry e Neville si erano già conosciuti alcuni anni prima, quando lui era uno spiantato mentre lei lavorava in una cartoleria e, per aiutarlo, gli regalava qualche foglio di musica e a volte gli dava anche del resto in più, finché a causa di questi ammanchi fu licenziata.
La prima dello spettacolo è un successo strepitoso ma Calvero, anziché festeggiare con tutto il cast, preferisce cedere il suo posto a Neville e tornare a ubriacarsi. Quando il direttore del teatro, stanco di Calvero, chiama un altro comico per sostituirlo, Calvero se ne va di casa per fare l'artista di strada. Terry lo rintraccia e gli propone di fare un'ultima grande serata. Il numero finale, eseguito in coppia con un suo vecchio partner (Buster Keaton), è eccezionale ma Calvero ha un malore: viene colto da infarto e muore dietro le quinte mentre guarda Terry esibirsi sul palco.

Se devo essere sincero, non ho mai amato eccessivamente Chaplin, pur riconoscendone la grandezza e la modernità di molti dei film e delle comiche che ha realizzato. Qui il suo intento è quello di fare un film che testimoni il suo immenso amore per un certo tipo di teatro che già allora stava tramontando e che mostri il declino di un attore quando diventa vecchio. Questo è chiaro e non lo metto in dubbio, ma secondo me lo fa in modo piuttosto retorico, ricattatorio ed eccessivamente lungo.
Onestamente sembra il classico realizzato più per sé stessi (e infatti Chaplin cura tutto: regia, soggetto, sceneggiatura, produzione, musiche e coreografie) che per essere visto dal pubblico. Certo, il duetto tra Chaplin e Keaton è strepitoso, ma arriva troppo tardi e non salva il risultato. In definitiva, il film di un grandissimo artista che però non ha la forza che vorrebbe (e dovrebbe) avere.