giovedì 20 giugno 2013

L'esercito delle 12 scimmie (1995)


L'esercito delle 12 scimmie
Twelve Monkeys, USA, 1995, colore, 129' (2h 09')
Regia di Terry Gilliam

Visto ieri su Iris.

In un futuro in cui, a causa di un misterioso virus, la poca gente rimasta è costretta a vivere sotto terra, James Cole (Bruce Willis), un detenuto all'ergastolo, viene "volontarizzato" e mandato nel passato per raccogliere informazioni e capire da dove proviene il virus e come si è sviluppato. Secondo gli scienziati, l'origine di tutto è imputabile ad un gruppo ecologista chiamato "Esercito delle 12 scimmie" che avrebbe agito per liberare il Mondo dall'uomo, che loro considerano il cancro di questo pianeta, e che ha rivendicato il gesto scrivendo sui muri della città «We did it». A causa di un errore, James finisce nel 1990 - anziché nel 1996 - e viene internato in un manicomio. Là James incontra Jeffrey Goines (Brad Pitt), un altro matto, e la dottoressa Kathryn Railly (Madeleine Stowe) la quale è convinta di aver già conosciuto James. Una notte, mentre è sotto psicofarmaci, James rivela a Jeffrey tutta la storia e questi, pur non credendo ad una sola parola, si dimostra interessato all'idea di liberare la Terra dalla presenza dell'uomo.
Un giorno James tenta di fuggire ma viene condotto in isolamento e lì scompare perché riportato nel futuro. Gli scienziati lo rimandano nel passato ma, sempre per sbaglio, durante la prima Guerra Mondiale. Lì James fa in tempo a scorgere José (Jon Seda), suo ex-compagno di cella e viaggiatore del tempo come lui, e a prendersi un proiettile nella gamba finché, finalmente, ricompare nel 1996.
James rapisce la dottoressa Railly e la trascina fino a Philadelphia. Lui le racconta tutta la storia ma lei cerca di convincerlo che è la malattia mentale a farlo sragionare. Durante una sosta in un motel, James si rende conto che la dottoressa è la protagonista di un suo sogno ricorrente ambientato in un aeroporto. Arrivati a Philadelphia, un misterioso barbone avverte James che ha una microspia inserita in uno dei denti (la stessa voce del barbone, James l'aveva già sentita la prima volta in cui è tornato dal passato). James, sempre più in paranoia, trova il simbolo dell'Esercito delle 12 scimmie e scopre che dietro a tutto c'è Jeffrey, che nel frattempo è stato dimesso dal manicomio e che non aveva mentito quando diceva di essere figlio di una persona importante. Suo padre, infatti, è un virologo di fama mondiale. Jeffrey rivela a James che l'idea del progetto gliel'ha data proprio lui, sei anni prima in manicomio. James e la dottoressa Railly iniziano ad innamorarsi ma la donna insiste col dire che James ha dei disturbi e che dovrebbe costituirsi alla Polizia.
James viene nuovamente richiamato nel futuro. Intanto la dottoressa Railly scopre non solo che James sapeva come sarebbe andato a finire un fatto di cronaca che in quei giorni stava tenendo incollati tutti gli americani al televisore (un bimbo incastrato in un pozzo che, si seppe poi, era nascosto in un capanno là vicino) ma anche che lo stesso James appare in una fotografia originale della prima Guerra Mondiale e che il proiettile estrattogli dalla gamba proveniva da quell'epoca. A questo punto la dottoressa inizia a pensare che, per quanto strano, James possa dire il vero. James, di contro, riceve la grazia dagli scienziati ma si è persuaso che il futuro sia solo frutto della sua fantasia, così torna nel 1996 per costituirsi alla Polizia. Prima che possa farlo, la dottoressa Railly lo intercetta e lo fa desistere dicendo di credere alla sua versione.
Dopo un'inverosimile e non divertente scena al motel in cui la dottoressa Railly viene scambiata per una prostituta e James per il suo cliente, i due riescono a fuggire e a cambiare identità (non prima, però, che James si sia strappato i denti per paura dei microchip). Il piano di Jeffrey si rivela essere, in realtà, praticamente innocuo: l'Esercito delle 12 scimmie ha aperto tutte le gabbie dello zoo e lasciato che gli animali uscissero, rivendicando poi il gesto con quella scritta sul muro. All'aeroporto ricompare José che ordina a James di impossessarsi del virus. In quel momento tutto diventa chiaro: il colpevole è l'assistente del padre di Jeffrey. James tenta di fermarlo ma viene ucciso da una delle guardie dell'aeroporto, il tutto davanti agli occhi di un James bambino. Era questo il sogno ricorrente: aveva visto sé stesso adulto morire nel tentativo di salvare l'umanità. L'assistente del padre di Jeffrey fugge (e dà inizio all'epidemia) e il film si chiude con un primo piano degli occhi del piccolo James.

Film apparentemente interessante ma che non sta in piedi a livello di sceneggiatura. Citando a caso: James è un ergastolano scelto per viaggiare nel tempo (quindi si suppone sia un tipo sveglio) ma si fa arrestare subito, non capisce che dire nel 1990 che il 1996 è il passato è il modo migliore per farsi internare e non sa che deve solo far finta di prendere le droghe in manicomio; quando James torna casa, gli scienziati non hanno idea di come funzionino le cose negli anni '90, eppure tutti loro hanno vissuto quegli anni (una di loro è persino seduta accanto al terrorista quando questi prende l'aereo); non è chiaro il senso della voce nella testa di James, visto che appare due volte e poi mai più; non si capisce perché José, anziché fermare lui stesso l'attentatore e prendergli il virus, perda tempo a cercare James, convincerlo e dargli la pistola. E poi il buco di trama più grosso (e più classico): gli scienziati dicono a James che il passato non si può cambiare, ma lui lo cambia perché dà a Jeffrey l'idea dell'Esercito delle 12 scimmie, perché dà modo alla dottoressa Railly di parlare con il padre di Jeffrey, perché dà modo alla stessa dottoressa di fare la telefonata che poi gli scienziati nel futuro riassembleranno.
Poi, dal punto di vista tecnico, la scena della prima Guerra Mondiale è chiaramente girata in studio mentre la scena in macchina in cui James ascolta la radio è semplicemente patetica. Certo: sono solo due scene, ma aggiunte alla pessima sceneggiatura contribuiscono a fare del film un prodotto molto mediocre.
Gli altri problemi del film, oltre a quelli già citati, sono l'eccessiva lunghezza e la caratterizzazione dei personaggi. Voglio dire: James appare paranoico senza motivo e non capisce che questo gli è sempre controproducente, in pratica è disturbato; Jeffrey è psicotico e la dottoressa Railly si agita eccessivamente. È vero che gli interpreti sono eccezionali nel mettere in scena queste emozioni, ma tutta questa follia alla lunga stufa, tanto più che ognuno dei tre mostra queste caratteristiche dal primo momento in cui appare sullo schermo fino alla fine del film, e questo è francamente insostenibile.
Infine, il messaggio del film. Se il punto è la salvezza dell'umanità, il film è una pietra tombale perché ci dice che non c'è niente che possiamo fare di fronte a un pazzo con un virus letale. Se, invece, il messaggio è che noi, assieme a James, non sappiamo distinguere cos'è vero e cosa è falso (stile Matrix ante litteram), è reso male perché noi sappiamo che il futuro è reale e non è un'invenzione di James. Infatti non solo James sa come va a finire la storia del bimbo nel pozzo, ma sa ricostruire il messaggio lasciato dalla dottoressa in segreteria; James, imbottito di psicofarmaci sparisce da una stanza chiusa; James appare durante la prima Guerra Mondiale e si becca un proiettile di quell'epoca; noi vediamo la scienziata parlare con l'attentatore sull'aereo. Quindi in nessun momento del film noi abbiamo il dubbio che il futuro non sia reale.
In sostanza un film che non intrattiene - per la lunghezza e per l'inconsistenza della trama - e senza un messaggio forte alle spalle. Spiace per Terry Gilliam, ma qui non c'è quasi nulla di buono.