mercoledì 19 giugno 2013

L'esorciccio (1975)


L'esorciccio
Italia, 1975, colore, 95' (1h 35')
Regia di Ciccio Ingrassia

Visto ieri su Italia 1.

In Iran viene trovato un ciondolo che porta con sé una maledizione: un diavolo (Salvatore Biondo) si impossessa del corpo di chiunque indossi l'oggetto. Il ciondolo arriva casualmente nelle mani del figlio di 10 anni del Sindaco (Lino Banfi) di un paesino del Lazio. Il ragazzino prima abbatte un albero calciandoci contro una palla, poi violenta una giovane contadina, predice la morte di un amico del padre e tenta di violentare la cameriera. Inizialmente Pasqualino, il Sindaco, pensa che sia tutta una macchinazione di Turi Randazzo (Tano Cimarosa), il suo rivale alle elezioni comunali, ma poi si convince che c'è qualcosa di strano e convoca l'Esorciccio (Ciccio Ingrassia). Questi riesce a far cadere al ragazzino il ciondolo il quale viene raccolto dalla figlia di Pasqualino, Barbara (Barbara Nascimbene). Intanto attorno alla casa di Pasqualino si aggira il Tenente Sheridan (Ubaldo Lay) che cerca di capire cosa stia accadendo da quelle parti, ma senza riuscirci. Barbara, sotto l'influsso del ciondolo, si presenta in veste sexy alla festa di fidanzamento con il nipote di un monsignore, creando così imbarazzo e scandalo. L'Esorciccio interviene nuovamente (ricreando la scena più famosa de L'esorcista, quella del letto) e l'amuleto passa nelle mani di Annunziata (Didi Perego), la moglie di Pasqualino, la quale si ritrova con una fluente barba impossibile da tagliare. Annunziata e l'Esorciccio si recano da Antonio (Dante Cleri), il barbiere del paese, e la donna, per non destare sospetti, si traveste da frate. Turi Randazzo, che si trova a passare di lì per caso, fiuta qualcosa di losco e scende in piazza per affrontare il Sindaco. Intanto il ciondolo finisce nelle mani di Antonio che, mentendo, sbugiarda Turi davanti a tutti e lo fa arrestare, permettendo così la rielezione di Pasqualino.
Quando Pasqualino inaugura una sedia da barbiere nel negozio di Antonio, questi gli dona il ciondolo. Così, durante un discorso pubblico, Pasqualino dà di matto pisciando in pubblico, ruotando la testa di 180 gradi e mettendosi a cantare un pezzo rock (Sciamuninn Rock). Intanto che Pasqualino canta, irrompe Turi che vuole uccidere Antonio per vendicarsi dell'arresto. Nel parapiglia che si crea, il ciondolo passa di mano in mano finché arriva in quelle dell'Esorciccio che lo riconosce e lo ingoia. Il finale vede l'Esorciccio sparire di fronte a Pasqualino e trasformarsi in diavolo.

Pur essendo un film di genere, questa è una parodia estremamente divertente, sia per i puntuali e molteplici riferimenti all'opera originale, sia per il nonsense che permea il tutto, sia perché spesso sono gli stessi personaggi a suggerire di essere consci di essere all'interno di una parodia (su tutte, quando il figlio del Sindaco predice la morte di uno degli amici del padre, questo gli risponde: «Oh, non è che anche tu adesso ti metti a pisciare per terra?»). Ingrassia è favoloso e Banfi è in stato di grazia: bastano davvero loro due per tenere in piedi tutto il film.
La regia, va detto, è molto ingenua, specialmente in certi punti – anche se è nota la penuria di mezzi con cui è stato girato il film. Ingrassia se la cava, ma sotto una mano esperta il film probabilmente avrebbe reso ancora di più. Forse la sceneggiatura andava un po' rivista per snellirla qua e là, per ripensare il ruolo di Ubaldo Lay (strepitoso cameo, ma completamente inutile ai fini della trama) e per limarla ancora un po'.
In definitiva un buon film per fare qualche risata di pancia, consigliato a chi piace il genere.